domenica 4 aprile 2010

Cambiare

E' più di un anno che non scrivo sul nostro blog....adesso che ci siamo ritrovate è tutto più bello...è una magia sentirsi di nuovo così vicine, una nell'altra nelle nostre vite, naufraghe tra amarezze e difficoltà. Ma piccola mia, non sei solo tu a passare momenti dolorosi. Oggi dopo aver parlato con papà, ho fatto i conti con la dura realtà, ho fatto i conti con ME. Il mio carattere che non va, il mio modo di essere immensamente insicuro, sta logorando i rapporti più cari...la paura di restare sola mi vincola agli altri in un rapporto di sudditanza psicologica che mi impedisce di vedere ( benchè siano così chiare ) tutte le imperfezioni che potrei correggere nelle relazioni con gli altri. ho paura di dire '' mi hai ferita'' '' devi cambiare'' '' puoi migliorare'' ''così non va'' perchè poi che fa, mi abbandona? questo non lo so...ma devo vincere quest'incertezza, prendere a schiaffi il mio terrore. devo imparare a stare bene da sola , a sorridere anche se non c 'è qualcuno che racconta una barzelletta o mi fa il solletico, devo sentirmi forte anche se non c'è qualcuno che mi sorregge o che mi sussurra che non devo darmi per vinta, devo essere felice anche se sono sola, anche se non ho qualcuno che mi ama, che mi cerca, che mi chiama. Se ci penso, è come se mi si frantumasse il cuore, o peggio precipitasse in un baratro senza fondo. Come se spalancasse una voragine nel petto e vi trovassi nero nero e solo nero, il buio delle giornate che trascorrerei sola. E voglio cambiare, ma devo metabolizzare. vorrei agire e farmi rispettare, ma devo aspettare. e sento l impulso di farlo scorrermi nervoso sotto la pelle ed agitarmi le dita delle mani. lo sento e vorrei frenarlo. lo sento, devo coltivarlo. Amica mia, aiutami tu...dammi la forza che mi manca, ma solo un po' perchè devo e voglio farcela da sola.

domenica 9 novembre 2008

E' tanto...

E' tanto che non scriviamo su questo fottutissimo blog, ed allora sembra che stia andando in malora, brami di frasi e di nostri racconti che trapelano della nostra vita vissuta, dell'ansia e della gioia, della tristezza e della solitudine. Ti dici: sarò costante, ma la costanza per me è relativa quanto lo è il tempo. E allora cosa c'è di fisso e oggettivo nella nostra vita? Probabilmente nulla. Ed allora ci illudiamo di tutto, di tutto quello che vediamo, che accade, che viviamo. Ci illudiamo di essere, di avere perchè infondo non abbiamo niente di più di quello che siamo, e non possiamo neanche tenerci nella mano e guardarci, se non attraverso uno specchio che ci riflette. Noi non siamo che un riflesso, per noi, allora. O forse siamo di più. Siamo di più di qualcosa che non possiamo toccare, che non possiamo vedere, che non possiamo sentire. Ma ci sentiamo. E allora non siamo un riflesso, e cosa siamo?...Vuoto...Mi affanno e corro, corro in silenzio mentre lacrime di vento mi bagnano il viso...ma dove sto andando?Dove stai andando? Ti seguo annaspando nel buio, cercando la luce.
Non parlare, non pensare, non ti voltare e non mi guardare. Sono come Euridice negli inferi,cammino e non faccio rumore, Spettro pallido e scarno, e tu mio Orfeo precedimi e fiducioso credi che ti seguirò. Ma no, non ti voltare...Potrei cadere nel vuoto e non tornare più.

Puledra La Rivoluzionaria

mercoledì 8 ottobre 2008

Ancora noi

Il tempo è trascorso velocemente e ci ha dato modo di modificarci, di crescere e di maturare. Che cose strane ci succedono e spesso mi chiedo come mai le nostre esistenze sembrano due specchi che si proiettano l'uno sull'altro. Oggi mentre parlavamo al telefono mi è venuta in mente una parola che forse si addice a tutta questa situazione: Coraggio.
Si, proprio quella cosa che spesso ci manca, che è il contrario delle nostre paure, che è spesso la spinta a dare e a fare di più ma che non sempre troviamo benchè siamo pronti a scavare con le unghie la terra della nostra anima fino a strapparle, fino a vedere le nostre mani sanguinare, ma con scarsi risultati, e si, Mon Ange, chiudere una porta è difficile, difficilissimo; ma non per quello che si è fatto con quella persona con cui si chiude ma per quello che NON si è mai fatto e che mai si farà. La vita ci aiuta a mandare giù questo boccone amaro spalancando una porta ancora più grande, che si prospetta piena di gioia e cose simili...Ma chi ci da la certezza di questo? POssiamo testare ciò con i cinque sensi? Ne siamo sicurissimi??
NO. Eraclito diceva che noi non possiamo essere sicuri dell'essenza di nulla perchè i sensi si ingannano e perchè tutto è mutevole. Se mi immergo in un fiume non sarò mai bagnato dalla stessa acqua, perchè questa scorrendo non sarà mai la stessa, e forse pensando in questo modo potremmo non annoiarci mai delle cose.

Fla, la conclusione di tutto questo discorso astruso è solo un consiglio, che non è il solito di vivere la vita così come viene, ma di non considerare mai quando parli con una persona di parlare sempre con la stessa, ma di considerare che cambiamo sempre e per sempre...
E non solo.Concentrati su ciò che ti sta intorno e ti è vicino...

Forse sta a pochi metri da me quello che cerco e vorrei trovare la forza di fermarmi perchè se stai svanendo io non ci riesco a stringere più a fondo...
-Subsonica-

Intervento breve...ma sono stanchissima...bacini

Puledra La Rivoluzionaria

domenica 31 agosto 2008

Storiella

La radio passava una canzone di Ligabue dai toni dolci e soavi quando Gerogiana alzò gli occhi dal libro e si mise a fissarla. “Ho messo via”. Non poteva che sorridere in una maniera che era un misto fra malinconia e gioia e le labbra accennavano a qualche pezzo della stessa. Le donne stavano preparando la casa all’inverno, coprendo tavolini e sedie di grossi panni bianchi mentre i bambini giocavano e schiamazzavano nel giardino, un venticello fresco lasciava intendere che l’estate volgeva alla fine e tutto, proprio tutto, mutava colore ed espressione in vista del sopraggiungere dell’autunno. Posò il libro sul grande tavolo di legno chiaro che c’era sulla veranda e, tendendo l’orecchio si mise in ascolto; aveva ricoperto quel tavolo di libri e scartoffie, bastava poco per farla sentire a casa: la radio, un buon libro, un quaderno ed immancabilmente “I fiori del male”; non mancavano mai ove fosse presente lei. Il sole sembrava ora giocare con i suoi capelli e su quella figura turchese e piccola, incappucciata che si avvicinava a lei in una corsa giconda ed affannosa.
<> come si può dire di no a quegli occhi? Prese la macchina fotografica, la sua Nikon, la reflex che aveva sempre sognato; quella che puzzava di vecchio e di ferro, con le lamelle del diaframma che facevano anche un po’ di rumore ed il pulsante di scatto completamente consumato. La prese con la massima cautela, come se tenesse in mano il più grande dei tesori e seguì Riccardo nel suo posto segreto. La scala che portava al tetto della baracca era arrugginita e più sotto vi era un’altalena attaccata ad un piccolo pergolato ove cresceva edera che consentiva di trovare una frescura dall’afa dell’estate. Filippo era già sul tetto e sembrava che facesse chissà quale danza propiziatoria, cosa che fece sorridere amorevolmente Georgiana che altrimenti avrebbe cominciato a lasciarsi andare a tristi pensieri. Da lassù la visuale era sicuramente migliore. I campi arati e seminati presentavano ombre nettissime per via del sole forte, e la ragazza non potè far a meno di pensare che erano perfette per le fotografie in bianco e nero, così avendo un rullino proprio di quel tipo cominciò a scattare, dapprima al paesaggio poi alle espressioni dei bambini che sembravano essere immersi in un altro mondo. Assieme all’odore dell’erba e del terreno arrivava, a tratti, il profumo del mare che in lontananza, oltre le siepi e gli alberi, si stagliava scuro e minaccioso quella mattina. Aveva tanta voglia di andare al mare, a fare qualche foto, o solo a guardarlo così arrabbiato che avrebbe fatto di tutto pur di convincere qualcuno ad accompagnarla. D’altronde lei adorava il mare più d’ogni altra cosa, e lo adorava molto di più quando si increspava e si colorava a tratti di bianco. Riccardo e Filippo la impegnarono per un bel pezzo del pomeriggio e lei non potè far a meno di notare di che fervida immaginazione fossero dotati i bambini. Essi infatti non guardavano solo con gli occhi ma anche con qualcos’altro e riuscivano ad immaginare una cucina dietro il tronco di un albero, delle sedie dove c’era solo terreno, tanti tavoli e qualche pigna qui e li che rappresentava la clientela del ristorante che si erano inventati. Uno di loro fingeva di essere un cuoco di grande fama e riempiva le mani di foglie e aghi di pino inventandosi pietanze prelibatissime e complicate. Georgiana non riusciva a non ridere a quella situazione, e si improvvisava ora cliente ora cameriera ora cabarettista, ora cantante. Loro sembravano contenti di quel che la sua maturità le concedeva di inventarsi, e talvolta lei stessa si rimproverava la sua troppa razionalità di fronte a due menti ingenue come le loro. Non erano neppure le cinque quando tutti si preparavano ad andare a mare a fare qualche foto, ma fu solo lì che Georgiana potè dirsi veramente in pace. Gli schizzi d’acqua le bagnavano talvolta il viso diafano dai tratti dolci e leggeri, e le scatenavano brividi in tutto il corpo. Quell’impeto, quelle onde la facevano sentire trasportata e finalmente libera e serena. Si guardava intorno con crescente estasi e l’obiettivo della macchina fotografica girava e scattava ovunque vi fosse qualcosa di bello e di interessante. Non le importava di essere richiamata da Roberta perché si avvicinava troppo all’acqua, e non le importava nemmeno di quanto fossero bagnati e scivolosi gli scogli, semplicemente voleva gustarsi quello spettacolo naturale, lasciando ormeggiare i pensieri, lasciandoli sciogliere dal vento in figure danzanti con la spuma bianca.
Il libro era lì dove l’aveva lasciato, ma non ritrovava su quel tavolo la voglia di leggerlo. Posò gli occhiali dal bordo scuro nel proprio fodero e si stese riaccendendo la radio. Sembrava che tutto girasse come voleva lei. Erano le 17:20 dell’ultimo pomeriggio di Agosto e la radio passava “il mondo che vorrei”…coincidenza strana, ma divertente. Da quell’angolatura poteva osservare ancora qualcuno che si affannava a raccattare tutta la roba che era servita durante l’estate, e poteva osservare i borsoni,che la mattina erano vuoti ed affamati, essere adesso pieni così tanto che si poteva a stento chiuderli. Una farfalla s’andò a posare proprio sul braccio di lei che inevitabilmente ne osservò i colori particolarissimi. Questa non sembrava spaventata dai suoi movimenti, anzi, sembrava volersi far ammirare in tutto il suo splendore ed in tutta la sua eleganza, come se si pavoneggiasse del suo essere farfalla, condizione di gran lunga migliore dell’essere uomo. La guardava e pensava quanto le era costato venire al mondo, quel piccolo bruco che si era chiuso in un bozzo e che infine aveva fatto venir fuori quelle meravigliose ali variopinte le faceva capire quanto grande e perfetta fosse la natura.
<>ancora la richiamavano, ancora quella vocina vestita di turchese, ancora quel sorriso dolcissimo su quelle piccole labbra che lasciava intravedere una dentatura alquanto sporadica al suo interno. La farfalla si era spaventata ed era volata via, ma Riccardo giungeva con un pallone di cuoio alquanto sgonfio e squadrato, decisamente più grande di lui. Le faceva tenerezza.
Molte cose non cambiano mai, per quanto il mondo possa evolversi fantasia, gioia, determinazione e dolcezza rimangono sempre le stesse. E la facilità con la quale un bambino possa essere felice, beh, quella è indiscussa. Basta una stanza dalle pareti bianche, un pallone sgonfio e squadrato per veder nascere uno dei sorrisi più dolci e veri che si possano vedere ed in questo momento, proprio guardando quella felicità, quella spensieratezza, quella semplicità d’animo che Georgiana si chiedeva come si potesse voler così bene a persone che si erano appena conosciute.


Puledra la Rivoluzionaria

domenica 24 agosto 2008

24-08-2008

Ed eccomi qua ancora a scrivere...scrivo. Ma scrivo cosa? Solo che ho un senso di rabbia represso che mi sforzo di tenere a bada tranquillamente attraverso sorrisi e frasi gentili? Solo che avrei voglia di prendere a schiaffi qualcuno perchè io mi sto distruggendo? Solo che questo caldi mi si intrappola alle ossa e questa umidità mi bagna anche i pensieri? Solo che mi sento sola e non ho neanche la forza materiale di piangere. Ebbene, questa è parte della mia inquetudine...e passiamo dalla poesia "Ti voglio" al non volerlo nemmeno sentire nominare. La velocità comn la quale entra ed esce dalla mia vita è straordinaria. Spesso ho guardato fuori dalla finestra il mondo che passava sotto i miei occhi. Lui passava ed io, be io rimanevo sempre lì immersa nell'aura dei miei pensieri così rumorosi da mandarmi in black out il cervello...quante volte avrei voluto staccare la spina e spegnermi per un pò, anche oggi che mi sento come un pupazzo rotto in disuso posato su di una mensola con il suo bel fiocchetto rosso attaccato al collo, con il falso sorriso che nasconde il dolore delle membra completamente spaccate.
Ed oltre a ciò quel che più distrugge è la speranza. Si, la speranza. Quante volte guardando quella porta di legno e ferro immagino che lei entri. Si, che entri proprio da li, con il suo profumo, il suo modo di fare, il suo sorriso. L'ha fatto milioni di volte e perchè non può? L'ha fatto milioni di volte nel silenzio della casa, nel rumore della musica, nel buio della notte, nella luce fioca delle finestra chiuse di giorno. L'ha fatto di ritorno da scuola, di ritorno dall'ospedale. L'ha fatto dopo un viaggio, l'ha fatto dopo pranzo...ed ora? perchè no più? La differenza fra vita e morte sta solo nel fatto che fa male a chi resta? Sta solo nell'interruzione brusca e violenta di un contatto, di un dialogo? sta solo nella mancanza e nel senso di impotenza? Sta solo nella speranza vacua ed effimera del ritorno? O nella consapevolezza rassegnata e fragile del NON ritorno?E che significato ha la parola VIVERE? Non il senso, quello è soggettivo ma il significato di questa parola. Che significa vivere? Chi sa rispondere correttamente a questa domanda?Chi?
C'è nessuno?...No, non c'è nessuno, nessuno che mi risponda e nessuno che mi sappia rispondere. C'è chi vive la sua vita nell'effimera ricerca dell'affermazione del proprio EGO. Passa la vita a schiacciare e reprimere il circondame solo per potersi sentire il più bello, il più bravo. il più intelligente. C'è chi invece nella ricerca dell'avere e non dell'essere. Come don mazzarò ne "la roba" di Verga. Crede che la felicità si possa comprare come una bella macchina, e che forse sia questa a renderla felice. Ma è insito nell'uomo assuefarsi rapidamente ai beni materiali e quindi, veloce come è arrivata la passione per una macchina, un cellulare, un elettrodomestico...smuore. E allora qual'è l'equilibrio? Concentrarsi sull'essere e non sull'avere? Ma ci troviamo in un mondo cinico e materialista, che impone ai suoi abitanti la legge dell'omoligazione e dell'appartenenza ad un gruppo. Ho detto IMPONE perchè chi non fa parte di alcun gruppo è FUORI dal mondo...
Ma tornando alla speranza e all'essere recidivo, al troppo buonismo misto al voler sempre dare altre possibilità a chiunque con la speranza di poter essere stupiti,una volta essere stati delusi e disincantati. Qualcuno mi ha detto: "Gli stai dietro perchè non hai toccato il fondo della sofferenza..." ebbene, come posso toccare il fondo della sofferenza in questa situazione se il mio massimo di sofferenza sopportabile equivale alla perdita di una persona per sempre? Che sciocca la gente, proprio non si rende conto, ma come ci si può rendere conto di qualcosa che non si è mai provato?Forse questa è l'unica delle deficienze umane. L'unica imperfezione. Possibile che guardando una persona vediamo quelli che sono i suoi difetti e le sue mancanze senza renderci conto che per ogni difetto c'è una sofferenza dietro che ha portato all'assuefazione ad un tipo di comportamento che a noi tanto da fastidio? Possibile che il mondo deve girare sempre come diciamo noi? Possibile che non siamo capaci di cambiarci per gli altri, ma devono sempre essere gli altri a cambiare per noi?Possibile che non siamo capaci di regalare un sorriso anche nel pianto?Possibile che...

Ore 23.37: Ti penso...

Puledra La Rivoluzionaria

mercoledì 20 agosto 2008

20-08-2008

''Sei sempre così

il centro del mondo"



Ed è proprio così. Io e te siamo così simili Fla. desiderare tanto una persona da renderla il centro del nostro mondo, fulcro della nostra esistenza, gioia in ogni momento. Ed è così sbagliato?...Forse no, eppure questa è la maniera più giusta per soffrire, giusta per amare. Quale delle due alternative? Perchè è insito nell'uomo desiderare quanto non può avere?

Hai delle risposte a queste domande? E se no, chi le ha?


[valeva la pena pubblicarlo fra, salvata questa bella bozzetta!Ti amo]

martedì 19 agosto 2008

20/08/08

"Ho sempre sognato una grande casa su una collina assolata, con un giardino spazioso ed una stanza solo per te con un grande armadio nel centro pieno zeppo di vestiti alla moda. E tu, sciocca che piangi per gli uomini avresti sorriso ad ogni tuo ritorno."

Avevi ragione. Almeno prima, quando ero più piccola e mi curavo più dell'abbigliamento, le lacrime che versavo erano per una gonna troppo lunga, le calze fastidiose o la lana del maglione che pungeva troppo al collo. E ricordo ancora che i miei compravano completi su completi senza portarmi con loro, guardandomi poi delusa disapprovare quella scelta. Guardami ora, non vesto mica come mia madre! Gusti diversi.. Poi ricordo anche che litigavo con lei, perchè non indossavo mai ciò che le piaceva. E quando sbottavo dicendo : " tanto non è mica un problema tuo! " riferito al fatto che non avrebbe poi dovuto indossare lei ciò che non mi piaceva, metteva il muso e non ci parlavamo per giorni. E nelle foto dopo essere stata da lei acconciata avevo gli occhi rossi, tipici di chi ha appena pianto.

Sono proprio sciocca eh cuora? E alla fine sono io che lo prendo sempre a quel posto. Ma tanto l'abbiamo capito : più dai, meno hai. Iniziamo a togliere no? Tanto le corna le ho già sbattute.

Buonanotte!

PS: Auguri Massimo!:D

PS: Oh ma che nervi non mi caga su msn!!!!! Assurdo! Nemmeno mi saluta! Grrrrrrrrr mi sento di fottereeeeeeeeeeeeeee!

Pecora Vampirella <>